mercoledì 12 novembre 2008

L'opera è completata

Sono le 3 di notte (o mattina dir si voglia), non riesco ancora ad addormentarmi, penso e ripenso che tra poche ore dovrò sostenere l'esame per la patente della moto, che tra non molto finalmente ufficializzerò il binomio moto-conducente con un tesserino di plastica, o molto più probabilmente, ho paura di dover rimandare di un mese e un giorno l'attesa patente, magari per un banale errore.
Mi ritrovo così ad esser svegliato dal mio fido cellulare che suona puntuale le 07.35, apro di scatto gli occhi, bestemmio e mando a fare in culo chi non mi vuole bene, guardo oltre i buchini della tapparella e percepisco che fuori il sole non brilla "bene!", dico a voce roca, "la pioggia mi tranquillizza e mi porta bene", ripetendomi un po' di volte questo stupido ritornello. Mi alzo in fretta, cerco il vestiario da moto che la sera prima avevo preparato. Con i brividi di freddo corro a darmi una rinfrescata ( o scaldata) in bagno, mi guardo compiacente allo specchio, dò una strizzata di occhio a quella bellissima immagine che emana quello strano vetro liscio e riflettente, apro la porta, esco e completo il mio vestiario con gli stivali da moto e porto appresso l'immancabile set - casco e guanti-, porto anche la tuta da pioggia ed esco di casa. Lì ad attendermi c'è la mia oramai dimenticata Mondeo, entro, accendo il motore e aspetto che i suoi 4 pistoni comincino a girare senza tentennamenti (eeh già, è vecchietta... tira colpi a freddo) e faccio avanzare il mezzo verso l'autoscuola: luogo dell'appuntamento. Non vedo nessuno e già lì m'incazzo: ero convinto che ci si doveva incontrare alle 8 onde prepararsi con calma all'arrivo dell'esaminatore che presumibilmente avevo ipotizzato arrivasse alle 9, mentre invece un paio di minuti dopo il mio arrivo (08.05 circa) scorgo l'istruttore che sta parcheggiando la sua macchina, scende e tutto trapelato, tira 4 porconi perché nel suo tragitto aveva incrociato un incidente che gli aveva fatto perdere un mucchio di tempo, così mi informa anche che l'esaminatore deve venire proprio per le 8 e che deve ancora piazzare i birilli. Mi chiede di dargli una mano e io ovviamente lo assecondo, quindi prende la macchina dell'autoscuola, mi fa accomodare e ci dirigiamo di tutta fretta verso il parcheggio ove di solito ci esercitiamo con i birilli, intanto mi rendiconta le sue dissavventure mattutine, il tutto ovviamente nel mio più bel rincoglionimento mattutino e interesse di vita rasente lo zero. Lo guardo ad alternanza, gli vorrei dire che non me ne frega un cazzo ma evito simili sgarbataggini, sicché arriviamo a questo benedetto parcheggio, in cui incontro anche un personaggio mai visto agli "allenamenti" del sabato pomeriggio: un croato introverso, ma vabbè chissenefrega, manco mi ricordo la sua faccia. Intanto l'istruttore prende i birilli dall'auto e comincia a piazzarli qua e là, vorrei dargli una mano ma non ho la più pallida idea di come posizionarli, così nell'atteggiarmi con finti messaggi al cellulare, ispezioni all'orrizonte a 360°, muovere i coni come pedine degli scacchi e varie che al momento non mi sovviene, il buon ragazzo piazza tutti i coni disponibili, ringraziandomi per aver piazzato una decina di birilli in fila (che credevate, che sia un fannullone?). Corre a prendere la moto in un garage vicino e il Signore ha deciso: "-che pioggia sia!"- dunque m'incammino verso quella scatolina di Pegeout 107, bestemmiando prendo le cianfrusaglie che avevo buttato sul sedile posteriore e prendo la tuta antipioggia che m'erò saggiamente portato appresso, mi infagotto come si deve e manco finito di sistemarmi che già lo vedo arrivare con la moto. "Quando ti comoda sei un razzo, eeh?" Ho borbottato alle sue spalle, dato che di sabato, solitamente per prendere quella sega di moto, ci sta una vita. Vabbè, velocizzo le mie operazioni di rito e m'appresto ad avvicinarmi al mezzo messomi a disposizione, mi invita a provare finchè posso perchè lui ora va a prendere l'esaminaTRICE e poi si comincia subito.
Altre bestemmie si aggiungono al mio rosario nel constatare che colui doveva giudicare la mia guida fosse na donna (remore anche di 8 anni fa, in cui all'esame pratico con la macchina, una STRONZA mi fece guidare per ben 40 minuti nelle vie più stronze e incroci altrettanto idioti fino a condurmi allo sbaglio che da lì generò la mia bocciatura).
Percepivo che gli avvenimenti stavano scorrendo troppo velocemente e forzatamente, ciò non mi garbava, così la tensione saliva. Comunque non mi lascio prendere dal panico, faccio un cenno al mio collega croato se vuole provare lui per prima il percorso, ma esso con aria abbastanza da menefreghista, mi cede il posto. "Tanto meglio", penso tra me e me, così accendo la moto per andare a posizionarmi all'inizio del percorso. Il tempo stringe e il motore della motocicletta è freddo, per cui quando accelero tende a morire, giù altre bestemmie, quindi provvedo a scaldarla con delicatezza e garbo, dando di manetta e portando la lancetta del contagiri tra i 5.000 e i 10.000giri al minuto, con mia grande soddisfazione ho appurato che in pochi istanti il mezzo è pronto per essere usato. Mi posiziono per bene sul punto di partenza e fisso per alcuni secondi, da fermo, il percorso da intraprendere, accelero dolcemente senza esitazioni e comincio ad inanellare i primi birilli che formano lo slalom, per poi passare all'8, poi al corridoio stretto da percorrere a velocità bassissima e infine al punto finale: ove bisogna fermare la ruota anteriore del motociclo al centro di questo quadrato disegnato con i coni. Se non altro mi tranquillizzo subito: il feeling con il mezzo e il percorso è pressoché ottimo, così di gran zelo m'accingo a ripetere l'esercizio per un paio di volte, fino a che, preso dalla compassione dell'osservare con la coda dell'occhio quel povero aspirante depresso, decido di prestare il mezzo all'apatico slavo, che, dal canto suo, aveva in mano un caschetto da bicicletta, una faccia da allegria portami via... e tanta voglia di fare del bene. Nel mentre si va a posizionare, intravedo arrivare la macchina dell'istruttore con dentro l'esaminatrice, subito mi viene da ridere, forse per il fatto che il poverino non ha avuto manco il tempo di provare il percorso, perdipiù sapendo che l'esemplare in questione, poco prima di chiedergli se voleva provare per primo lui l'esercizio, mi disse che i birilli li aveva "fatti" solo una volta nella vita, quindi secondo una sua logica, non c'era bisogno di provare disperatamente l'esercizio.
Nel frattempo arriva anche un terrone che è discretamente simpatico e vispo, ci si scambia il saluto, si battuteggia un pò e l'esame ha inizio. Il primo ovviamente sono io, mi piazzo il casco, i guanti, ascolto le minchiate dell'esaminatrice che a quanto pare dovevano essere tali, dato che non mi ricordo una parola di quello che m'ha detto, ricordo solo che stava parlando mentre io mi stavo dirigendo al punto prestabilito. Mi fermo, osservo l'orrizzonte come avevo fatto in precedenza, con la differenza che dalla parte opposta ci stava una gracile donzella in là con l'età, che con la mano mi fa cenno di iniziare. Faccio un pò di sospance e poi l'accontento: rilascio leggermente la frizione, doso l'acceleratore e mi libero dei birilli delineanti lo slalom con una maestria degna di nota, mi accingo a fare l'otto e a metà esecuzione dello stesso, ho una leggera esitazione che stava per costarmi, un po' anche grazie alla tensione, il piede a terra, allora da buon professionista, accelero un pochino a frizione premuta, affinché successivamente possa giocare con la leva d'innesto, il giochino funziona e riprendo l'equilibrio precario quindi mi appresto ad affrontare il corridoio stretto a bassa velocità, per poi tirare un'accelerata passando in seconda marcia e andarmi ad arrestare al punto di frenata senza sgarrare il punto d'arresto. Mi riesce tutto, da buon presuntuoso stronzone, faccio inversione di marcia e raggiungo la mia amata esaminatrice a suon di gas spalancato, fermo la moto, mi tolgo il casco e lascio spazio all'amicone introverso croato. Nel frattempo che tiro un paio di sguardi soddisfatti al terrone, ah no, il terrone era andato a vedere se a casa sua aveva il foglio rosa (se l'era dimenticato, anzi.. non sapeva manco se ce l'aveva), sennò l'esame lo vedeva solo da spettatore....
Dicevo quindi: ho strizzato l'occhio all'istruttore tutto felice e nel frattempo il buon croato dava lezioni di classe a tutti noi: parte e comincia a fare lo slalom a mò di ubriacone rissaiolo, salvo poi abbattere l'ultimo birillo, che ahimè per lui, gli è valsa la bocciatura . Se non altro l'esaminatrice è stata molto affettuosa nei suoi confronti: "ha il foglio rosa che le scade a Febbraio 2009, ha tutto il tempo di esercitarsi.. cosa è venuto a fare qui... avevo paura cadesse dalla moto, ma è possibile?!!!" mentre il poverino è solo riuscito a dire, nel mentre era ancora in sella al mezzo "posso provare un altro giro?" Con l'ovvio sfanculizzo della tipa e quasi anche dell'istruttore.
Il croato se ne va e forse non ha manco capito cosa ci faceva lì, però sembrava più sollevato di prima, il terrone è stato dato per disperso, quindi a me toccava la fatidica prova su strada. Mi rimetto i guanti e il casco, poi rimembro che dovevo mettermi l'auricolare ed emano un lamento di dimenticanza, sennonché la tipa mi dice che non c'è né bisogno e mi spiega molto semplicemente il percorso da fare, che è molto breve e semplice. Già mi sento sollevato ed inizio quasi a ridere, ma, dato che la sfiga è sempre in agguato, cerco per superstizione di mantenere le gioie alla fine dell'esame. Salgo in moto, mentre istruttore ed esaminatrice fanno altrettanto entrando in auto, stranamente mi ricordo anche di dare un tocco agli specchietti retrovisori, la tipa mi rompe nuovamente i coglioni dal finestrino dicendomi che oltre alla prova di abilità, devo stare anche attento alla segnaletica, le rispondo con un "ok" da scaricatore di porto e le chiedo se vuole che parto, mi fa cenno di sì e mi accingo al primo stop, ove, se dio vuole, mi fermo ed appoggio il piedino, metto la freccia a destra, sguardo flemmatico a controllare non ci siano veicoli da sopraggiungere e parto verso la destinazione a me proposta. Noto con piacere che per la strada non c'è anima viva e mi sento davvero rilassato, l'unico semaforo che incrocio gli si accende la luce gialla quand'ero ancora abbastanza distante, così mi ha evitato decisioni sofferte (passo o non passo?), mi fermo, controllo sugli specchietti se c'è la macchinina gialla e piazzo la freccia a destra, dato che dovevo svoltare, viene il verde, parto senza tentennamenti, percorro un breve rettilineo, faccio due curve e sono arrivato a destinazione: all'autoscuola, parcheggio sulla destra (con la freccia inserita ovviamente) e sotto al casco iniziano i festeggiamenti, con prima una frase d'obbligo "non mi freghi... stronza ah ah ah !!"). Mi fermo, mi volto per vedere i risvolti dell'accaduto e sento la tipa che mi sussurra "venga dentro che le do la patente". "Ben fatta ciccio", ho detto dandomi una pacca sulla spalla in segno di congratulazioni, l'umore è felice ma al contempo stesso freddo e distaccato, come fosse ovvio un mio risultato positivo, mi svesto del mio abbigliamento da motociclista e mi accingo a firmare le scartoffie del caso. D'un tratto, la tipa si ricorda dell'esistenza del terrone e chiede all'istruttore cosa bisogna fare, lui lo chiama al cellulare e ovviamente non risponde, la tipa molto interessata alle sorti del ragazzo, informa l''istruttore che va a fare un salto in farmacia e nel frattempo l'omino, una volta al di fuori della portata audio della nobildonna, porcona un paio di poesie per la figura di merda fatta con il croato e il terrone. A me non me ne frega niente e annaspo un paio di sospiri di incoraggiamento, fino a che, nel mentre scambio un paio di battute con una fanciullina bella ed abbronzata (gergo berlusconiano ndr) che era venuta per sostenere l'esame pratico dell'automobile, Paolo (l'istruttore) mi chiede se per cortesia gli vado a dare un'occhiata al parcheggio in cui abbiamo posizionato i birilli, onde evitare li rubino (ma chi cazzo vuoi che rubi dei coni di plastica!! dio ppp!!!).
Mi rimetto tutto l'ambaradan, riprendo la moto dell'esame e m'accingo a guidarla a modo mio verso il parcheggio dei coni. Difatti non più tardi di 15 secondi dalla posizione in cui avevo lasciato quel povero mezzo, mi ritrovo già a fare derapate d'accelerazione e frenate con la ruota posteriore bloccata, onde bullarmi di cotanta bravura. Già sono gioioso all'apprendere che la patente era nel mio taschino, perdipiù sentire il mezzo che va per i cazzi suoi in derapata, mi fa ululare di piacere. Peccato che la strada è davvero poca e infatti raggiungo di gran furia la zona birilli, ove intravedo il terrone che aspetta con ansia la sua prova. Mi immetto dentro al parcheggio, tiro un'accelerata così violenta che per poco non casco a terra, la mia preoccupazione principale comunque rimane quella di avvisare il caliente meridionale che lo stanno cercando in lungo e largo, lui annaspa le solite terronate e lo invito a telefonare all'autoscuola, il numero ovviamente non ce l'ha, così lo chiede a me, così poi chiama l'associazione a scopo di lucro che naturalmente non risponde perchè erano intenti a fare l'esame alla fanciulla abbronzata, e di conseguenza in ufficio non c'era rimasto nessuno (eeeh già.... i signori titolari vengono alle 9, mica scemi). Il terrone lì per lì sta per sclerare di supposizioni, il che francamente, per quanto bene relativo gli voglio, ad un certo punto il mio interesse per la situazione è andato drasticamente in calando, quindi comincio a pensare ai cazzi miei e le uniche cose che ricordo è che mi disse di voler andare di persona all'autoscuola dando a me il suo numero di cellulare affinché lo chiamassi se essi si facevano vivi da me, poi lui è andato di persona all'autoscuola e lì devono aver risolto, almeno penso, non lo so e non me ne interesso francamente, fattostà che dopo 5 minuti è tornato a deliziarmi con la sua compagnia. intanto chiamo la mamma al telefono, le dico che ho la patente in mano, mi blatera le solite cose da mamma mentre di fronte a me ho il terrone che mi sta dicendo qualcosa (ma non vedi che sono al telefono??!!), tutt'ora non ho ancora capito cosa vuole da me. Fattostà che il duo dell'autoscuola sono arrivati al parcheggio, di conseguenza fanno sto benedetto esame al terroncello e una volta toccatagli la prova su strada pubblica, provate ad indovinare a chi è stato chiesto di tenere da guardia ai birilli, anzi no, visto che c'era anche di raccoglierli e metterli via??? A me!! ovvio... così mi ritrovo a raccogliere una miriade di coni con l'ausilio di borbotti blasfemi, poi mi siedo sul marciapiede e aspetto con quegli affari di plastica in pila l'arrivo di lord signori, fino a che, dopo una decina di minuti al massimo, mi vedo arrivare il terronazzo e il solo istruttore dietro, l'amico mi strombetta un paio di volte e mi fa presagire un suo successo, e così è. L'istruttore mi raggiunge con la macchina, mi ringrazia per l'ennesima volta mentre mette i coni nel bagagliaio (sì sì , non ha chiesto a me di caricare i coni nel baule) e andiamo ad aprire il cancello automatico del garage, onde permettere al tipo di parcheggiare la moto, torniamo tutti e 3 indietro con la macchina dell'autoscuola ed entriamo in ufficio. Ci si scambia un paio di battute, firme e fotocopie, salvo poi incastrare i candidati neopatentati con la richiesta di 20 euro per l'esame di guida (cazzo... io avevo pensato di fuggire con la scusa dell'euforia ed invece m'hanno fregato).
Almeno ho rimediato un caffè offerto insistentemente dal terrone. E' stata una bella mattinata grigiosa... ed ora finalmente mi godrò la mia grigiona a pieno regime :)